Pericolo Pfas in Acqua e Cibi: limiti di Legge da subire, da accettare o da mettere in seria discussione?
Pericolo PFAS in acqua e cibi: “non esistono livelli ematici di Pfas che possono ritenersi sicuri per la salute umana”.
Lo ribadisce a chiare lettere Isde Veneto (Internation society of doctors for the Environment) con una nota nella quale parla senza giri di parole di “effetti tossici determinati dall’accumulo nell’organismo umano negli anni e non tanto dalla loro puntuale concentrazione ematica.
Cosa succede al nostro organismo se ingeriamo Pfas ?
I PFAS sono composti chimici utilizzati per impermeabilizzare tessuti e oggetti o per produrre schiume antincendio e creme per il corpo. Se scaricati nell’ambiente sono dei pericolosissimi agenti inquinanti per le falde acquifere utilizzate per l’acqua potabile, per l’irrigazione e per gli allevamenti animali.
I normali processi di potabilizzazione dell’acqua non riescono ad eliminare i PFAS ed è per questo che in alcuni territori del Veneto se ne registra un’anomala concentrazione non solo nell’acqua dell’acquedotto ma anche nel sangue degli abitanti.
L’innovazione tecnologica , oggi, consente di ottenere questi risultati senza subire il limite di rendere l’acqua acida, limite di tutti gli impianti ad osmosi inversa. E’ sufficiente cercare su GOOGLE Osmosi No Acid Water per comprendere il perchè Alcalia offre una Convenzione speciale su questo tipo di impianti.
L’organismo e i PFAS
Il corpo umano non è in grado di espellere efficacemente queste sostanze, ed è per questo che tende ad accumularle. Queste sostanze, infatti, tendono a legarsi al plasma sanguigno e ciò spiega questi pericolosi casi di bio-accumulo, non solo per gli adulti ma anche per i bambini in tenera età. A volte con concentrazioni nel sangue anche di decine di volte superiori al livello di ng/l indicato come tollerabile per la salute.
I pericoli da PFAS
Oltre ad un generico aumento di mortalità nei soggetti interessati, si osservano dei pericolosi effetti per l’ipercolesterolemia, problemi a fegato e reni, nonché in alcune patologie tumorali.
In particolare i PFAS sono classificati fra le sostanze definite “interferenti endocrini” cioè in grado di alterare gli equilibri ormonali.
Il ricorso alla “plasmaferesi” – il lavaggio del plasma per rimuovere gli PFAS dal sangue – è ancora da dimostrare che offra una soluzione risolutiva.
Eliminare i PFAS dall’acqua delle nostre case
La presenza di PFAS nelle acque potabili è nell’ordine dei ng/L (1nanogrammo/L equivale a 1 miliardesimo di grammo per litro) che si può rilevare solo con gli spettrometri di massa, in dotazione ai laboratori d’analisi più avanzati.
Per eliminare sostanze così microscopiche è necessaria una tecnologia potente che permette di agire non solo sui PFAS ma anche su particelle di piombo, arsenico, cadmio, nichel e altri metalli pesanti molto nocivi alla nostra salute.