Due metodi integrati: Body Talk e Fast-Reset.
- articolo a cura di L. J. Quintavalle –
Giorni fa mi ha molto colpito un video in cui un bambino di 4/5 anni esasperato dalla quarantena, sbuffa cercando alternative, completamente in crisi dall’isolamento forzato. Si è stufato e si sta giustamente sfogando. Vuole andare al parco, vedere il nonno, uscire! La madre, mentre lo sta filmando, continua a ripetere che non si può uscire di casa per colpa del virus. Rinforzando il divieto però, rinforza anche il senso d’impotenza, sconcerto ed esasperazione, che evidentemente anche lei sta provando.
In modo del tutto comprensibile, la mamma sembra infatti “bloccata” a livello percettivo sulla ineluttabilità della situazione: non trova in sé le risorse per sbloccare la crisi del figlio ed aiutarlo a spostare l’attenzione su qualcos’altro per incanalare quell’energia e quella vitalità cui il piccolo deve poter dare sfogo. Se così non fosse, le verrebbe naturale trovare soluzioni che – anzi le si offrirebbero alla mente spontaneamente.
LE EMOZIONI CHE BLOCCANO
Purtroppo certe emozioni hanno il potere di bloccare il flusso di risorse che potrebbe farci risolvere con facilità ciò che si presenta, mantenendoci in stato di blocco. In realtà è una modalità che aiuta a proteggersi da realtà ritenute ingestibili, fissandoci in una sorta di campana di vetro volta a salvaguardarci. Ma alla lunga se non viene processata e compresa, finisce per impedire la nostra connessione con il flusso della realtà. E soprattutto a farci restare lì, impedendo l’evoluzione di altre risposte emotive e cognitive.
IL METODO FAST-RESET
C’è una meravigliosa tecnica di deprogrammazione emozionale, molto efficace, chiamata FastReset ideata dalla Dott. Maria Grazia Parisi, che ha compreso il ruolo biologico delle emozioni, la loro gerarchia e le modalità con cui si creano in noi blocchi emozionali. Si tratta di una tecnica semplice, veloce ed efficace di spostamento dell’attenzione per deprogrammare l’organismo dalle risposte emotive già registrate in noi, che filtrano la nostra vita relazionale e percettiva. Quelle che amplificano, rendendoli insopportabili, momenti irrisori. Quelle che ci fanno proiettare sugli altri e sulle situazioni dei maremoti, quando in realtà niente di quel che accade avrebbe potuto causare un tal cataclisma. Quelle che ci fanno soffrire.
In un certo senso l’emergenza Covid19 – che ha sovvertito tutti i nostri criteri facendoci sentire impotenti – ha creato in molti questo tipo di risposta. Un blocco dovuto allo sconcerto e allo shock. Con i giusti strumenti è però possibile trasformare e ottimizzare la propria modalità di relazione a una situazione così estrema, inverosimile, inaspettata e paradossale.
Nel servirsi del Fast Reset è fondamentale comprendere gli obiettivi delle emozioni, il loro ruolo e il contesto in cui sorgono in noi – proprio per aiutarci a navigare la realtà – offrendoci quello che ci occorre in una data situazione.
UN METODO UTILE ANCHE AGLI OPERATORI SANITARI
FastReset è semplice e pratico e può affiancare qualunque modalità operativa. Sarebbe di grande supporto a tutti gli Operatori Sanitari che in questo momento stanno lavorando in condizioni valorose ed estreme, emotivamente strazianti.
Un metodo che sarebbe utile diffondere in tutte quelle situazioni di primo soccorso, aiuto, accoglienza, psicoterapia, in cui purtroppo, spesso, gli operatori non hanno veri strumenti per risolvere il trauma a livello della sua registrazione organica e quindi finiscono per girarci intorno verbalmente, senza dissolverlo. Offrendo comunque un momentaneo sollievo, dovuto alla verbalizzazione e alla consapevolezza che ne deriva, ma senza riuscire a cancellare dalla memoria organica quel programma emotivo, che quindi continuerà nel tempo ad agire indisturbato.
Il corpo attraverso le sue esperienze e relazioni con l’ambiente, impara delle strategie di sopravvivenza, le registra e poi è condizionato a ripeterle. Premettendo che il compito del cervello è quello di dare un senso a ciò che accade, la tecnica prevede una frase d’integrazione che spieghi al cervello che cosa una certa emozione voglia aiutarci a fare e/o risolvere. Ma nel momento stesso in cui avviene la comprensione cognitiva, il cervello viene distratto con uno spostamento dell’attenzione. Questo provoca l’immediata e progressiva dissoluzione della carica emozionale che provavamo prima. L’intensità dell’emozione cala notevolmente fino a che, ripetendo più volte la sequenza, si arriva a un rilassatissimo zero.
A quel punto non siamo più le vittime che subiscono una risposta emotiva come fosse una dittatura sulla psiche. Un sequestro di persona. Nel processo si sono potute sciogliere le catene del vissuto che creava angoscia, panico, rabbia, ansia, etc. così che, in parallelo, nuove prospettive e nuovi approcci sono potuti sorgere spontaneamente.
NUOVE PROSPETTIVE !
Nei casi di shock, amplificazioni esagerate e sovrapposizioni emotive irrisolte, FastReset è senz’altro la miglior tecnica che conosco. Come anche nella deprogrammazione di ogni risposta emotiva ritenuta problematica. Limitante.
Ma quello che mi preme è la possibilità di comprendere e gestire le emozioni come fatto naturale – nell’immediato – e di capire il loro scopo, così che possano ritrovare la fluidità che gli è propria, senza venire ingigantite, accumulate o esasperate. Per esempio non dobbiamo per forza restarci dentro troppo a lungo… per processare un’emozione bastano pochi minuti! Basta viverla. Contattarla senza volersi sottrarre. Pochi minuti sono il tempo che occorre per processarla. In questo tempo l’iperbole naturale dell’emozione debitamente espressa, vissuta e ascoltata può fare il suo corso e confluire in un’azione che la liberi e ne soddisfi dunque le finalità.