I Calamari non sono tutti uguali

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Esistono molti generi e specie di calamari, con caratteristiche fisiche e organolettiche differenti.

Il nome calamaro ha origine dal termine latino “Kalamos” che significa contenitore d’inchiostro.

La nostra attenzione si focalizza su quelli pescati nel mediterraneo e usati in molte ricette di pregio.

Per la pulizia dei calamari freschi sarebbe meglio recuperare il loro inchiostro non solo perché permette la realizzazione di piatti di grande prelibatezza ma anche per le sue straordinarie proprietà salutistiche, in particolare quelle antitumorali, antinfiammatorie e antiossidanti.

Il calamaro ha carni che contengono proteine ad alto valore biologico e grazie alla loro digeribilità rientrano spesso nelle diete dello sport , oltre che in tutte quelle ricostituenti che necessitano di un importante apporto nutrizionale.

Nonostante il loro basso tenore di grassi hanno un elevato contenuto degli acidi grassi omega3 (646mg x 100g) – che agendo sul sistema cardiocircolatorio abbassano il rischio di infarti e ictus – e degli omega6 (1.436mg x 100g) – che incrementano il colesterolo buono ed hanno anche un effetto antitumorale.

E’ dimostrata scientificamente, inoltre, l’azione questo alimento nella prevenzione dall’insorgenza di malattie cardiovascolari ed anche di alcune malattie metaboliche fra le quali il diabete di tipo 2.

L’apporto vitaminico non è trascurabile, anzi è proprio la vitamina B3 che contiene a rappresentare un significativo apporto per il benessere del sistema nervoso e della mente, nonché l’effetto antiossidante e di contrasto all’invecchiamento cellulare per la presenza della vitamina E.

L’effetto benefico sul sistema nervoso e sulla funzionalità del sistema muscolare e scheletrico è dato anche dalla buona quantità di potassio e di magnesio.

Posto così parrebbe un alimento così perfetto da non presentare controindicazioni, ma è bene considerare che per l’alto livello di sodio che contiene non è adatto per le diete iposodiche. La stessa precauzione va osservata per chi soffra di ipercolesterolemia.

Da non dimenticare che

Il calamaro va consumato cotto, nel caso di preparazioni a crudo è necessario usare l’abbattitore, questa raccomandazione evita il rischio di ingerire un parassita pericoloso per l’uomo: l’Anisakis.


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